LA STRATEGIA DI COMUNICAZIONE
Televita ingaggia la webstar «Chiedere aiuto è una forza»
Martina Seleni – Intervista a Mathias Loi, testimonial ConTatto.
È triestino. Colleziona followers su Instagram e TikTok pubblicando video che, anche se giocosi e disimpegnati, stimolano l’intelligenza attraverso illusioni ottiche e curiosi aneddoti. Televita ha deciso di coinvolgere il 20enne Mathias Loi, piccola webstar del nostro territorio, per divulgare sui social il servizio ConTatto.
Il giovane ha iniziato la sua scalata come tiktoker durante la pandemia e ora conta più di un milione di seguaci: questo successo lo ha portato a collaborazioni con brand di alto livello. Tra questi c’è appunto Televita, che gli ha chiesto di presentare con quattro video il servizio di Asugi che mette a disposizione dei ragazzi un team di psicologi pronti a rispondere ai loro bisogni via telefono e chat. «Il nostro scopo – rileva la presidente di Televita Michela Flaborea – è arrivare ai giovani. Per questo abbiamo chiesto una mano a Mathias, facendo un piccolo atto di umiltà: noi adulti dobbiamo smetterla di pensare che, con il nostro linguaggio, riusciamo sempre ad arrivare a una generazione che usa parole diverse dalle nostre, ha un modo di vivere diverso dal nostro».
Ma come vengono percepite le tematiche del disagio psicologico dai nativi digitali? E quali sono i più frequenti problemi? «In base alla mia esperienza – racconta lo stesso Mathias – ho notato che la mia generazione è tanto ansiosa e ha una grande paura dei cambiamenti. Abbiamo paura di uscire dalla nostra comfort zone e temiamo moltissimo i riscontri negativi: per questo, spesso ci è difficile essere intraprendenti. Tutto ciò dipende anche un po’ dal mondo dei social, dove tutti tendono a mostrare solo i propri successi. I social sono “la vetrina del lato migliore”, ti mostrano il top delle altre persone, e magari tu hai paura di essere da meno».
Ma i ragazzi, nella vita reale, parlano tra loro di questi disagi? Il videomaker si dice fortunato perché nel suo gruppo ci si confronta tranquillamente sulle debolezze. «Ma non per tutti è così», aggiunge: «Magari qualcuno è introverso, o non ha accanto le persone giuste. Certo, se oggi un ragazzo non ha la fortuna di essere circondato da buoni amici, magari può trovare conforto rispecchiandosi in qualche post o commento su internet». Ma non sarebbe meglio confrontarsi coi genitori? «Certamente – risponde Mathias – gli adulti hanno più esperienza. E avere un confronto con persone che ne sanno di più, perché magari ci hanno già sbattuto contro, è utile. Però parlare coi genitori a volte è difficile».
Molti adulti, pur essendo presenti, non si mettono in una vera modalità di ascolto, per mancanza di tempo o magari per paura di fronte al disagio psicologico dei giovani. Mathias descrive la propria generazione come ambiziosa e competitiva, spesso ai limiti dell’individualismo, ma quasi completamente priva di certezze sul futuro. Inoltre, è una generazione con molti stimoli, tanto che i ragazzi rischiano di perdersi in un oceano troppo vasto di informazioni. Ma allora, come si può riuscire a stare bene? «Secondo me – conclude Loi – il benessere psicologico non consiste nel non avere p roblemi, ma nell’essere capaci di affrontarli, magari assieme ad altri. Vorrei invitare tutti i ragazzi a non aver paura di chiedere aiuto, perché chiedendo aiuto si dimostra forza e maturità, non certo debolezza. Ci si può rivolgere agli amici, ai genitori e soprattutto ai professionisti, come gli psicologi di ConTatto» .
Intervista ad Hanna Farah, referente Centro d’Ascolto Televita Spa «C’è chi ci chiede se ha parlato con un Bot o uno psicoterapeuta in carne e ossa»
«Così Internet e Covid hanno aggravato il disagio dei ragazzi»
«A volte capita che gli adolescenti che ci contattano via chat, alla fine chiedano allo psicoterapeuta se si tratti di un vero essere umano oppure di un Bot». Lo racconta Hanna Farah, responsabile del Centro di Ascolto di Televita. L’aneddoto la dice lunga sul rapporto con la tecnologia dei giovanissimi, che arrivano già ad immaginare l’esistenza di software di assistenza psicologica talmente sofisticati da simulare perfettamente un operatore in carne e ossa. Per fortuna, le cose non stanno (ancora? ) così. Ma, soprattutto, chi utilizza il servizio chat di ConTatto può contare su un ottimo team di psicoterapeuti e psicologi esperti nel settore.
Quali sono i problemi più frequenti?
«Ansia e attacchi di panico, anoressia e bulimia, depressione, dubbi e pensieri ricorrenti. Problemi relazionali con la famiglia o il gruppo di pari».
ConTatto nasce nel 2015. Il disagio giovanile esisteva anche prima?
«Sì, negli anni immediatamente precedenti c’è stato un forte aumento della casistica».
Cosa è successo a livello sociale?
«Dal 2005 al 2015 internet ha avuto la sua esplosione, rendendo più accessibili le informazioni anche su problemi come l’ansia e la depressione. Inoltre oggi si parla molto di “fear of missing out”, la paura di essere tagliati fuori, perché internet ti mette davanti a talmente tante informazioni che tu, se non dimostri di essere sempre presente, hai la sensazione di “perdere un’occasione”, non essere competitivo. E quindi entri in crisi».
Che cos’è cambiato dopo il Covid?
«Tra il 2020 e il 2021 i contatti sono aumentati del 182%: i ragazzi lamentavano disagio per la costrizione a casa in spazi angusti, le relazioni forzate con i familiari, ma anche per la fatica di essere continuamente connessi. Il problema principale, comunque, non è la depressione strutturata, ma una sorta di appiattimento dell’umore che tocca molti giovani ponendoli nella “fascia grigia del disagio psicologico”».
Cioè?
«Quella zona entro cui non stai così male da necessitare di una farmaco-terapia, ma non vivi neanche bene la quotidianità, non hai sogni, passioni, spinte a fare nella tua vita qualcosa di buono. Un fenomeno emergente è il cosiddetto “languishing”, una condizione di apatia generalizzata data dall’eccesso di stimoli. Questi aspetti, se ignorati, possono tradursi in disturbi strutturali.
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