Via libera alla presentazione delle domande per il bonus psicologo 2023, il contributo una tantum per la fruizione di sedute psicoterapeutiche destinato alle persone fisiche con Isee non superiore a 50.000€. Lo rende noto l’Istituto di previdenza nel messaggio n. 1152/2024 in cui spiega che dal 18 marzo 2024 al 31 maggio 2024 sono riaperti i termini per la presentazione delle domande con riferimento alle risorse stanziate per il 2023.
I giovani CRI di Monfalcone vi danno appuntamento al 3 giugno dalle 14 alle 19.30 per fare attività assieme per la prevenzione di alcol e droghe.
Si è inaugurato questa mattina alle 11.00 in via IX agosto 6 in centro a Gorizia il nuovo centro Diurno Giovani della neuropsichiatria infantile, dando un luogo fisico al progetto “The Border” che da tempo si occupa dei giovani “borderline” in carico ai Servizi Aziendali con sintomi di carattere psicologico/psichiatrico che, se non curati in tempo, possono dare origine a patologie psichiatriche maggiori e/o alla dipendenza.
Il nuovo spazio di ASUGI è un appartamento sito in una palazzina in centro città (privo di alcuna connotazione sanitaria), dove gli operatori, i giovani e le loro famiglie possono dar vita a una progettualità, che metta al centro i bisogni della singola persona in una dimensione di gruppo. Lo spazio sarà gestito da personale aziendale che si occupa di adolescenza (psicologo e Neuropsichiatra Infantile) e da figure educative del Terzo settore che lo coadiuverà nella gestione della quotidianità delle attività previste, in stretta collaborazione ed in integrazione con l’Ambito Alto Isontino.
“Non c’è salute senza salute mentale” è da oltre un decennio il motto dell’Oms, che ha riconosciuto la depressione come causa primaria di disabilità a livello mondiale. Preoccupa l’impatto del Covid-19 sul benessere psichico, soprattutto di giovani e individui più fragili, tanto che si discute del disagio mentale come di un’altra possibile pandemia di cui ci si dovrà presto occupare a livello globale.
Come riconoscere i segnali precoci di disagio? Come affrontarli? Che ruolo giocano famiglia e scuola nel processo di comprensione e accettazione della malattia? Come migliorare le capacità individuali di stabilire relazioni emotive?
A dare qualche risposta ci hanno provato esperti del mondo scientifico e pazienti nell’evento di “Zedders in lockdown. Crescere in emergenza”, incontro organizzato nei giorni scorsi nell’ambito del programma “Fattore J” (fattorej.org), promosso da fondazione Mondo digitale e Janssen Italia, l’azienda farmaceutica del gruppo Johnson & Johnson, con il patrocinio dell’Istituto superiore di Sanità. L’incontro, organizzato in occasione della Giornata mondiale della salute mentale, ha visto la partecipazione di 500 studenti collegati online.
Per gli italiani stressati dall’emergenza coronavirus, per i giovani alle prese con didattica a distanza, incertezza per il futuro, difficoltà nelle relazioni sociali, l’aiuto dello psicologo potrebbe essere lo spartiacque per passare dal disagio vissuto in solitudine alla sua gestione. Ma servono più fondi, specie per agire nelle scuole. Un’urgenza che stride se si pensa che solo pochi giorni fa c’è stato il click- day per la pur legittima aspirazione green del monopattino o della e-bike, di fronte alle parole di David Lazzari, Presidente del Consiglio Nazionale Ordine degli Psicologi – CNOP -.
Interpellato sulle evidenze dello “Stressometro” da coronavirus, dell’Istituto Piepoli con il CNOP (vedi box) e sulla situazione psicologica collettiva, specie di giovani e giovanissimi, spiega che «in Italia, purtroppo, siamo molto in ritardo, con una visione obsoleta riguardo al benessere emotivo delle persone. Circa dieci giorni fa – dichiara- ho scritto al Premier Giuseppe Conte e al ministro della Salute Roberto Speranza per chiedere l’inserimento di una competenza psicologica nel Comitato Tecnico Scientifico. E alla Ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, perché ci siano più fondi, rispetto ai 40 milioni di euro previsti, per il supporto psicologico nelle scuole, in base al protocollo firmato fra CNOP e MIUR lo scorso agosto, che va attivato al più presto, dopo la circolare MIUR ai presidi del 30 ottobre».
IL COVID-19 STA ATTACCANDO i giovani. Non solo dal punto di vista fisico, ma anche da quello mentale. Uno studio, Young people bear the brunt of pandemic mental health issues, uscito su Public Healt, condotto durante le prime sei settimane di lockdown in Gran Bretagna, ha evidenziato quanto i giovani siano più a rischio depressione rispetto agli adulti o agli anziani.
La ricerca è stata effettuata con un sondaggio online a cui hanno risposto 3097 intervistati: l’84% delle persone tra i 18 e i 24 anni ha riferito sintomi di depressione, mentre il 72% di ansia. Il rimanente ha comunque indicato sensazioni di disagio per la solitudine e una consistente riduzione del buonumore.
Gli autori della ricerca ipotizzano che l’insieme di combinazioni negative, inquietudine, isolamento, difficoltà economiche, possano aver contribuito a un aumento del contagio. Da una parte, un forte desiderio di socialità, represso per alcuni mesi, porta a reagire in maniera più ribelle alle restrizioni, dall’altra un sistema immunitario compromesso da una salute mentale meno stabile rende le persone più deboli ed esposte. A fronte di una simile considerazione è importante capire come limitare il disagio mentale infantile e giovanile, per arginare i problemi di oggi e quelli di domani.
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