“Sono venuta a conoscenza del servizio tramite il Centro Disturbi per il comportamento Alimentare di Portogruaro dove nella primavera del 2016 venni ricoverata per una ricaduta nel mondo dell’anoressia.”
Non lo chiamerei vivere. Forse sopravvivere. Ma non sono sicura che riuscirò a fare nemmeno quello.” “Come si muore di fame È una morte lenta o succede improvvisamente? Si soffre o si cade in un sonno senza risveglio?…
Quella sera tornai a casa convinto che un mio caro amico mi stesse chiamando dalla finestra del piano di sopra. Sentivo la sua voce, mi chiamava, e io volevo raggiungerlo per farci quattro chiacchiere. Lo dissi a mia madre, che mi guardò stralunata. Mi calmò, cercò di spiegarmi che non era possibile, che lui abitava dall’altra parte della città. Io invece insistevo, volevo salire da lui. Per fortuna non lo feci…
La dottoressa del pronto soccorso mi guarda e mi dice “allora la mandiamo in alcologia”. Alcologia? Lì ci sono quelli senza speranza, uomini e di una certa età, gente di cui nessuno si preoccupa. Mia figlia lì? E rispondo sì, va bene. Non la ringrazierò mai abbastanza per avermi fatto questa proposta...
Nel tempo il servizio di Androna ha assunto un significato di benessere, un punto di riferimento. Spesso la utilizzo come posto in cui andare piuttosto di star fuori a far danni o di star a casa a lasciarmi andare malamente…
Con quali sostanze avevo problemi? Forse sarebbe più corretto chiedermi con quali sostanze non ne avessi
“L’alcol si faceva sempre più strada: il mio bere peggiorava sempre di più, mia moglie mi sopportò il sopportabile per altri 12 anni e infine trovai la lettera del suo avvocato.”